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PANE QUOTIDIANO

PANE QUOTIDIANO

 

”PANE QUOTIDIANO”

… Parole indistinte, musica improvvisa, mobili trascinati, urla, risa e pianti, porte sbattute, colpi di tosse, passi pesanti, applausi, squilli di telefono, pianoforti e chitarre, grida per le scale... 

Un condominio insomma… !

 

E’ in quel condominio: ipotetico, immaginario, a volte invece talmente reale da far male; che si intrecciano  le storie che vedrete in scena questa sera. 

Un condominio fatto di vicende che si sfiorano, si intrecciano e che si raccontano soprattutto con …”le voci segrete che nessuno sente, le voci delle donne”.  

Fatto anche di uomini, che si immedesimano in quelle storie, per cercare di viverle come le donne….Racconti di sofferenza e di dolore ma anche di speranza, racconti di oggi che, come in un sogno, diventano racconti di dee e di donne le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Storie che si ripetono simili, oggi come allora e che si mescolano e si fondono come in un impasto: …”prendi un uomo, aggiungi una dea, poi mettici un po di destino. E la farina: sono le parole. Mescola mescola, bagna con olio: il sapore della sorpresa. Aggiungi il sale: il gusto dell’amore , i cambiamenti sono il lievito. Impasta, aspetta il tempo della crescita. Inforna. Addenta ”.

 

Questo spettacolo nasce innanzitutto dalla necessità da parte del gruppo di sperimentarsi ogni anno in un nuovo lavoro, quest’anno abbiamo indagato le profondità del dramma teatrale. Dopo aver analizzato a fondo il testo narrativo “Signore e signorine. Corale greca” di Beatrice Masini, il gruppo, attraverso una scrittura creativa collettiva, ha creato delle storie diventate poi fonte di ispirazione e successivamente drammaturgia dello spettacolo. Successivamente, attraverso il training ed alcuni esercizi teatrali, ogni singolo attore si è avvicinato alle proprie emozioni più profonde per metterle al servizio dello spettacolo. 

“…“Pane quotidiano” ti parla di problematiche importanti, immortali ed eterne, storie che si travestono di miti greci e maschere per arrivare come un’onda fino a te e lasciarti una storia, sperando sempre che lieviti e cresca fino ad essere una tua storia.

Le scelte coraggiose di questo gruppo di inquilini delle Stanze di Igor sorprendono per la loro complessità e profondità, lasciano il pubblico sempre in attesa di un qualcosa che non può avvenire perché questo è teatro e fuori è la vita.

Allora nella scena e sulla scena si susseguono le immagini oniriche delle vestali e delle maghe, delle donne tradite e di quelle sacrificate mentre degli uomini, attoniti, svuotati e resi anonimi da grottesche maschere non possono che partecipare tacendo.

E poi c’è lei, la narrante, colei che con eleganza e forza ti porta passo passo fino a farti perdere, fino a giungere alla semplice, antica, preziosa e unica preparazione del pane. O forse della vita…” 

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